Numerose pubblicazioni e anni di ricerca hanno evidenziato il ruolo centrale
dei fibroblasti orbitari i quali interagendo con il sistema immunitario si
attivano contribuendo all’infiammazione e infiltrazione
orbitaria.2 Le cellule immunitarie secernono citochine e
autoanticorpi diretti contro il recettore del TSH e autoanticorpi contro il
recettore del fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF-1R) contribuendo
alla cascata infiammatoria.3 Gli autoanticorpi attivano il TSHR4
e l’IGF-1R2 e l’interazione mediata dalla beta-arrestina crea un
complesso di segnalazione recettoriale che stimola i fibroblasti
orbitari.4 I fibroblasti orbitari attivati proliferano, producono
mediatori infiammatori e mostrano una notevole capacità di sintesi della
matrice extracellulare (soprattutto ialuronato).3 Possono
differenziarsi in adipociti e miofibroblasti con la progressione della
malattia contribuendo così all’espansione o rimodellamento dei tessuti e
alla fibrosi.3 L’aumento del volume dei tessuti orbitari
all’interno dell’orbita ossea, che è uno spazio rigido e limitato determina
la comparsa di manifestazioni cliniche.3
CAPITOLO 1: Fisiopatologia della malattia oculare tiroidea
(TED)
La malattia oculare tiroidea o TED è una malattia autoimmune
del tessuto orbitario.1 Può compromettere gravemente la
vista.2
Numerose pubblicazioni e anni di ricerca hanno
evidenziato il ruolo centrale dei fibroblasti orbitari.3 I
fibroblasti
partecipano ai processi di riparazione dei tessuti. 4
Le cellule immunitarie e i fibrociti vengono reclutati
nel tessuto orbitario. 4 I fibrociti si differenziano in
fibroblasti
orbitari che interagendo con le cellule immunitarie si attivano
contribuendo
all'infiammazione orbitaria. 4
Le cellule immunitarie secernono citochine e
autoanticorpi diretti contro il recettore del TSH e autoanticorpi contro
il
recettore del fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF-1R), 4
sovraespressonei pazienti con TED3 contribuendo alla cascata
infiammatoria.
4
I due recettori TSHR e IGF-1R risiedono sulla
superficie dei fibroblasti orbitari e formano un complesso fisico e
funzionale. 1
Gli autoanticorpi attivano il TSHR 5 e
l'IGF-1R3 e
l'interazione mediata dalla beta-arrestina 5 crea un complesso
di
segnalazione recettoriale che stimola i fibroblasti orbitari.
5
CAPITOLO 2: Cascata infiammatoria e potenziali conseguenze
della TED
I fibroblasti orbitari attivati proliferano, producono
mediatori infiammatori e mostrano una spiccata attività proliferativa e
una notevole capacità di sintesi della matrice extracellulare (soprattutto
ialuronato).4 Possono differenziarsi in adipociti e
miofibroblasti con la
progressione della malattia contribuendo così all'espansione o
rimodellamento dei tessuti e alla fibrosi.4
L'aumento del volume dei tessuti orbitari all'interno
dell'orbita ossea, che è uno spazio rigido e limitato determina la
comparsa di manifestazioni cliniche.4
- Propotosi6
- Strabismo6
- Ulcere corneali6
- Compressione del nervo ottico1
- Compromissione della vista6
- Diplopia6
- Neuropatia ottica che può portare anche a perdita permanente della
vista6
L'attivazione del recettore IGF-1R da parte degli
autoanticorpi avviene tramite l'interazione TSHR/IGF-1R, piuttosto che per
legame diretto con IGF-1R, e questa interazione è importante nella
patogenesi della TED.7
Comprendere i dettagli molecolari della patogenesi della TED
potrebbe svelare ulteriori bersagli terapeutici, migliorando la capacità
dei clinici di fornire ai pazienti il trattamento
ottimale.5
REFERENZE
- Wang, Y., Patel, A., & Douglas, R. S. (2019). Therapeutics and Clinical Risk Management, 15, 1305-1318.
- Bahan, R.S. (2010). The New England Journal of Medicine, 362(8), 726-738.
- Patel, A., Yang, H., & Douglas, R. S. (2019). American Journal of Ophthalmology 2019, 208, 281- 288.
- Dik, W. A., Virakul, S., & van Steensel, L. (2016). Experimental Eye Research, 142, 83-91.
- Krieger, C. C., Boutin, A., Jang, D., et al. (2019). Endocrinology, 160(6), 1468-1479.
- Bruscolini, A., Sacchetti, M., La Cava, M., et al. (2018). Autoimmunity Reviews, 17(7), 639-643.
- Krieger, C.C., Place, R.F., Bevilacqua, C., et al. (2016). The Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, 101(6), 2340-2347.