Dietro le quinte di LabXchange

Dietro le quinte di LabXchange

Robert Lue, il ricercatore che ha guidato lo sviluppo dell'innovativa piattaforma digitale, ci racconta come è nata e con quali obiettivi
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Sviluppata dall’Università di Harvard e finanziata da Fondazione Amgen, la piattaforma gratuita di educazione scientifica online LabXchange offre la possibilità di  accedere ad attività simulate di laboratorio virtuali e interattive, oltre che di creare e condividere percorsi di apprendimento con studenti di tutto il mondo.
Indipendentemente dal fatto che uno studente frequenti una scuola a Roma, in California o al Cairo, LabXchange gli offre l’accesso a un laboratorio virtuale, con simulazioni che stimolano l’interesse scientifico, integrate da contenuti di alta qualità e molto accurati. Questa piattaforma permette inoltre agli insegnanti di aiutare ogni studente o studentessa, qualunque sia il suo livello di reddito o di collocazione geografica, di sperimentare direttamente il funzionamento di un processo scientifico.
Il docente di Harvard Robert Lue ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo di LabXchange. Di seguito, alcune delle sue considerazioni sul progetto, raccolte in un’intervista effettuata poco prima della sua prematura scomparsa.
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In che modo le simulazioni della piattaforma potrebbero aiutare gli studenti a familiarizzare con ciò che accade in un laboratorio?
Le simulazioni di laboratorio che abbiamo sviluppato ti permettono di sbagliare, di commettere errori. Di provare e riprovare… E non costa nulla, tutto è gratuito. Puoi farlo a casa tua se vuoi, e ti consente di familiarizzare con domande del tipo: “Che decisioni devo prendere? Com’è fatta l’attrezzatura? Come funziona?” Accendi il computer, premi un pulsante, imposti questi parametri e sai di poterlo fare senza aver a che fare con una strumentazione da 30.000 dollari, che temi di poter rovinare. C'è un elemento di ‘gamification’ con vari livelli: se fallisci, puoi riprovare più volte e prendere confidenza con i diversi componenti seguendo i tuoi tempi. Penso che questo aiuti davvero a superare timori e nervosismo molto comprensibili e del tutto naturali.
Che cosa si è appreso dai numerosi programmi beta che sono stati eseguiti?
Abbiamo costruito simulazioni che consentono a uno studente di confrontarsi con tecniche di biologia molecolare e cellulare. Ciò che abbiamo imparato da quelle che vengono utilizzate dagli insegnanti e dai loro studenti è l'importanza di essere chiari su quale sia il livello appropriato. Tutte le simulazioni hanno diverse opzioni: è quasi come un gioco, livello uno, due, tre, ecc.
Su LabXchange l’apprendimento non è mai passivo: è inframmezzato da video, diagrammi e podcast. In realtà tu puoi fare domande, devi fare qualcosa, devi prendere decisioni, devi effettuare simulazioni. Quindi abbiamo anche imparato quanto sia importante fornire gli strumenti per costruire domande.
Un altro elemento chiave è la possibilità di ascoltare le voci di coloro che si occupano di scienza per conoscere quale è stata la loro esperienza in questo ambito e qual è la gamma di opportunità che ti offre. Ecco perché abbiamo creato una nuova risorsa chiamata "Narrazioni", con la quale si consente alle persone di condividere le loro storie.
Perché LabXchange rappresenta un approccio diverso all’apprendimento online?
Una cosa che abbiamo imparato è che una taglia non è adatta per tutti. Le persone hanno background molto diversi e interessi altrettanto diversi. È abbastanza chiaro che il futuro dell’apprendimento dovrà essere sempre più personalizzato, molto più funzionale alle esigenze, agli interessi e agli obiettivi personali.
Facciamo un confronto con la medicina. Se in passato hai sofferto di una malattia specifica, di norma avevi a disposizione una sola medicina. Ora tutti, più o meno, sanno che esiste una medicina personalizzata, in virtù della quale, a seconda dell’età, del peso, del background genetico e del sesso, una terapia può essere più indicata di un’altra. Ora è tempo di personalizzare anche l’apprendimento.
Come funziona la personalizzazione?
La maggior parte delle piattaforme di apprendimento online è focalizzata su una cosa, sul ‘fornire’ qualcosa. Offrono il corso, il video, il materiale didattico... LabXchange fa naturalmente tutto questo e lo fa tra l’altro con maggiore flessibilità rispetto a qualsiasi altra piattaforma. Ma fa molto di più. Il mondo esterno ora contribuisce con ciò che si è imparato su LabXchange grazie a materiali, casi specifici, storie…. E si continua ad arricchire ciò che è messo a disposizione di altri studenti. Questo concetto di personalizzazione consentirà inoltre a comunità, individui e organizzazioni in varie parti del mondo, con prospettive e sfide molto diverse, di contribuire alla costruzione di un archivio globale di materiali didattici, che ognuno può utilizzare in modo flessibile.
Che tipo di interesse si riscontra per LabXchange?
C’è un gran numero di scuole superiori e università che sono molto interessate a ciò che stiamo facendo. Abbiamo anche ricevuto manifestazioni di interesse da parte dell’UNICEF in relazione allo sviluppo professionale che può offrire agli insegnanti di tutto il mondo. Abbiamo discusso con organizzazioni come il World Economic Forum sulla possibilità di utilizzare i nostri materiali per migliorare le competenze o formare la forza lavoro. L’interesse è esteso e vario, dai governi, alle Ong e alle scuole, praticamente quasi tutte le realtà nelle quali l'apprendimento rappresenta una quota importante delle attività.
Come sarà tra cinque o dieci anni?
La ‘connessione’ tra le persone è molto importante. Se iniziamo a vedere organizzazioni e individui che si connettono con gli altri per imparare insieme, risolvere problemi, farsi vicendevolmente da mentore, ne vedremo l'utilizzo sulla piattaforma. Immaginiamo di avere qualcuno che ha imparato qualcosa negli Stati Uniti e si scopre che può condividerlo con qualcun altro che vive in Australia, per poi imparare ancora qualcosa da qualcuno di Santiago. Moltiplichiamo il tutto in modo esponenziale. Sarebbe un enorme successo.
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